Scultore di mare e di vento
Chi entra nella grande tradizione artistica italiana non si accontenta degli studi d'indirizzo, ma ripete il modello consolidato e sperimentato dell'andar a bottega, muovendosi e conoscendo gli artisti, le scuole, le tendenze e i punti salienti del flusso dell'arte.
È con questo spirito che GIORGIO EROS MORANDINI gioca la sua storia artistica, andando di luogo in luogo, di incontro in incontro, seguendo la sua curiosità e i bisogni della sua ricerca e della sua esperienza.
Questo stile lo apprende per primo, una vera impronta, da un maestro: Walter Schonenberger che lo stima e gli indica, percorsi, luoghi, persone.
Lo incoraggia e lo invita a distinguere qualità e sapienza, avendo avvertito in lui qualcosa di insolito, una particolare sensibilità, attitudine e capacità.
Si aprono per lui gli studi e i laboratori di grandi maestri che diventano palestre e luoghi privilegiati per chi è in ricerca e vuole trovare una voce autonoma e libera tanto da trovarsi inserito in un circuito internazionale.
Gli incontri rinnovano l'impegno, l'entusiasmo, la conferma della linea intrapresa; il resto lo fa la sua attenzione, ricettività, intuito, sapienza tecnica e culturale a conferma di un corpo, un corpo sensibile, che avverte le vibrazioni anche le piùimpercettibili della materia oggetto del suo scolpire.
Il percorso espressivo è profondamente legato all'andamento della ricerca che si muove sulla linea di un stretta simbiosi UOMO-NATURA in un parallelismo simbolico ONDA-VITA. Infatti è come se ci trovassimo in una sequenza filmica, perché, tra le sue mani, questi neri marmi del Belgio diventano elementi plastici che rievocano l'andamento dell'acqua e dei suoi molteplici movimenti.
Si parte così dal VENTO, al VAI COL VENTO, all'ONDA, all'IMPRONTA, al FLUSSO, all'OSCILLAZIONE, fino ed ancora al CUBO: partenza primaria.
Le sculture viaggiano tra evoluzioni e slanci per tornare a riassumere un ciclo vitale in una trasformazione mutabile e definitivamente mobile, ma altrettanto infinitamente immutabile ed immobile.
I cambiamenti avvenuti tra le mani di GIORGIO EROS MORANDINI segnalano ancora una volta una forte capacità di plasmare ed assecondare la natura del marmo, seguendone le indicazioni, come se, ascoltandone il respiro, ne avesse carpito i segreti. E' il suo un sentire la materia, quasi un esserne parte integrante, quale fedele ed attento interprete della lettura dei valori del mondo.
Francesca Cursi, 20 dicembre 2006